Il Salone del Mobile chiude e ancora una volta supera se stesso. Sono state 343.602 le presenze durante i sei giorni. Ben 165 i paesi del mondo presenti con un aumento del 10% rispetto al 2015. Workplace ed Euroluce le biennali dedicate. L’Italia che funziona davvero. ‘’Solo a Milano esiste il Salone del Mobile con le sue imprese industriali connesse con il sistema creativo in stretto collegamento con la città’’, ha commentato il presidente Claudio Luti. Come sempre gli stand sono stati frutto di un lavoro creativo, vanno infatti guardati con occhi attento. Si è ben lontani da quegli spazi da ‘’fiera’’ con la sola funzione di scatole contenitori per mobili. Gli stand sono stati progettati da architetti vicini al marchio o dai loro designer. Vanno oltretutto tenuti in considerazione quelli che sono stati gli ambienti su cui si è focalizzata maggior attenzione. Il cibo, in tal senso, è diventato una religione e l’ambiente pranzo ne è il tempio. L’allestimento lo esalta con lunghi tavoli, sedie sempre più comode e madie che si aprono illuminandosi e favorendone l’effetto ‘’wow’’. Il legno puro regala l’eleganza e la purezza in abbinamento a texture alle volte colorate e appariscenti. Alcuni tra gli stand più espressivi sono stati quelli di Cattelan Italia, che ha realizzato nel proprio stand un boschetto di ulivi, mentre la spagnola Vibia ha concepito il suo grande spazio come una piccola città, con vialetti e diversi sistemi di illuminazione con alberi, panchine, aiuole che introducono alle casette dove sono esposte le novità del marchio. Oltre ai macrostand di Foscarini e Artemide sempre presenti nel padiglione Euroluce.
Diversa ma non meno affascinante l’atmosfera del Fuorisalone con i suoi vari eventi che coinvolgono e collegano molte tra le principali zone della città. Il fuorisalone vive e fa vivere tutta la brulicante movida milanese, con i vari eventi organizzati sia dai brand partecipanti, sia da terzi che colgono l’opportunità di affiliarsi e prendere parte al Fuorisalone. Brera e Via Tortona i must del Fuorisalone, senza dimenticare tutte le installazioni che rendono inconfondibile l’atmosfera. Come AudiCityLab, in Corso Venezia, magistrale installazione del ‘’Sonic Pendulum’’ da parte di Yuri Suzuki (Immagine 1).
Diversi modi di comunicare, quelli tra Salone e Fuorisalone, ma stesso obiettivo. Lasciare il segno.
Tra i marchi che hanno maggiormente lasciato il segno è opportuno citare Arturo Alvarez (Padiglione Euroluce) nel campo dell’illuminazione da oltre vent’anni, che ha lasciato la sua impronta sia a livello di design concettuale, sia a livello di uso dei materiali. Working in a natural Environment, l’ambiente naturale detta le leggi della casa spagnola, situata nei pressi di Santiago di Compostela, e la produzione manuale regola la produzione del brand. I materiali sono innovativi, il SIMETECH (Immagine 2), materiale facilmente malleabile ha vinto il premio nel 2014 tra i materiali più innovativi. Negli anni a venire la casa si propone di continuare in tale prospettiva e di continuare la ricerca nell’introduzione di nuove tecnologie e materiali innovativi (Immagine 3).
Per Ethnicraft, invece, è il legno puro a dettare le regole dei prodotti proposti. Infinitavemente rinnovabile e adattabile in tutti gli ambienti, Ethnicraft ricava i materiali principalmente dall’isola di Java in Indonesia, in parte dalle vecchie abitazioni, in parte dalle quercie caratteristiche del luogo, piantagioni risalenti ad oltre 150 anni, introdotte nel territorio dagli Olandesi. La politica principale del marchio è quella di non disperdere e sprecare energia (Immagine 4,5 e 6).
Al Multiplex Tom Dixon si è scelto di creare una nuova tipologia di retail space. Uno spazio multisensoriale che contiene esperienze a livello di festival, performance, workshop e playground con un’ottica mirata al futuro. Tra i prodotti più impattanti non possono mancare le Beat Flat Pendant Black (Immagine 7).
La cosa che invece è mancata, probabilmente, è stata una maggiore connessione a livello emotivo e gestionale tra il Fuorisalone ed il Salone. Non è facile trovare un filo conduttore tra quello che viene trasmesso a livello sensoriale. Un nastro conduttore che potrebbe connettere maggiormente Salone e Fuorisalone e che probabilmente potrebbe essere importante nell’ottica di rendere ancora più emozionante questa esperienza. Rendere a livello urbano una connessione con la città, i visitatori e gli abitanti potrebbe far crescere ancora di più quello che è l’evento principale a livello mondiale, in questo settore. Milano è da sempre la prima scelta e merita di continuare a esserlo.

