<<Sei già andata allo Spazio Krizia?>>
<<Spazio Krizia? No, non ancora….ma in quale distretto è?>>
<<No, non fa parte di nessun distretto, è in via Manin 21, devi assolutamente farci un salto!>>
Ed eccovi appena svelata la classica conversazione da “Design Week”, quella che si sviluppa in maniera spontanea e rapida, ha teatro nelle strade dei distretti e sovente interessa conoscenti del settore incrociati per caso, spesso con un bicchiere di prosecco in mano e l’entusiamo da bollicine.
La Design Week è l’evento dell’anno più atteso per chi del settore, è un po’ come le ferie: appena si scoprono le date le si segnano sul calendario e le si difendono a suon di “No mi dispiace, non ci sono per nessuno!”.
Ormai è il quarto anno che affronto quest’avventura con l’entusiasmo dello straniero alla scoperta della nuova meta ma la giungla della Design Week è ogni anno più fitta e intricata, il tempo è tiranno e anche quest’anno la selezione degli ultimi eventi è stata affidata al passaparola e alla buona recensione.
E’ così che per la prima volta mi dirigo allo Spazio Krizia, sede milanese del brand creato da Mariuccia Mandelli e rilevato dall’imprenditrice cinese Mrs Zhu Chong You. La via, a ridosso del parco Indro Montanelli, è centrale ma poco trafficata, il caos da Fuorisalone sembra non travolgere una delle mete più chiacchierate. Varco il portone azzurro del numero 21 e ho l’impressione di entrare in uno spazio sospeso, sono forse a casa di Krizia? D’istinto pronuncio un timido “Permesso?”. Attraverso il cortile, scosto l’imponente tendaggio ed eccomi pronta per “Foundation”. L’allestimento è semplice ed essenziale: le nouances calde del crema immergono il visitatore in un ambiente familiare, il pavimento in resina dal carattere industriale contrasta e risalta l’elegante finitura oro che fa da filo conduttore delle opere esposte, uniche inesorabili protagoniste.
In “Foundation” Formafantasma, ovvero Andrea Trimarchi e Simone Farresin, presenta una selezione di oggetti luminosi della collezione “Delta”, disegnata per la Galleria Giustini/Stagetti, Galleria O. Roma, una serie di esperimenti con la luce sviluppati per il centro d’arte indipendente Peep-Hole di Milano e un’anteprima della nuova collaborazione con il Textiel Museum di Tilburg (2018).
La mostra è affollata eppure nella sala regna sovrano il silenzio, i commenti sono sussurri discreti mentre gli elementi esposti vengono contemplati a rispettosa distanza. Formafantasma non fornisce didascalie o chiavi di lettura, in esposizione non ci sono meri prodotti da mercato ma opere d’arte di libera e personale interpretazione. L’atmosfera che si respira rievoca i luoghi di culto, lo spazio Krizia ha dato vita a un tempio in cui celebrare la luce in chiave contemporanea.
Ogni progetto è unico e a sé stante, frutto di un’accurata ricerca sui principi base della luce. Andrea Trimarchi e Simone Farresin hanno creato opere dalla semplicità disarmante. I due designer fanno uso di vetri e lenti cangianti per animare straordinari disegni frutto di proiezioni e riflessi arcobaleno. Formafantasma instaura un dialogo alla pari tra tecnica e poesia, una narrazione suggestiva in grado di giocare con le emozioni. Foundation rende onore al design in tutte le sue sfumature, funzionalità ed estetica si incontrano sfiorando le corde dell’arte e dando in tal modo respiro a un dialogo aperto in grado di catturare l’eterogeneo pubblico che al giorno d’oggi anima la Design Week.
