Sembra sempre più difficile trovare passione e unicità nell’oceano di proposte di design della settimana del Salone del Mobile. Aziende attente a innovazioni formali e organizzative, a scapito di esperienze più emozionali e uniche, sole in grado di rappresentare il cuore pulsante di un progetto, il suo DNA.
Vi segnaliamo una piccola eccezione, che ci ha particolarmente toccate, sia emotivamente sia personalmente. Emanuel Gargano, romantico ed eccentrico pensatore, intelligente creatore di luci e ombre, architetto, designer e artista, ha presentato la sua collezione di lampade nei padiglioni di Euroluce.
In ogni prodotto una storia, la sua, in grado di elevare la mera funzionalità illuminotecnica a poetica bellezza. Illuminare l’oscurità tramite la memoria, di un tempo e di un luogo, trasfondere l’anima negli oggetti, perché evochino esperienze, tradizioni, riflessioni e spiritualità.
Così è per Soffio, lampada dedicata alla madre realizzata in tessuto solido per richiamare la famigliare visione dei panni stesi ad asciugare.
O ancora la lanterna magica Fatua, che nasconde la fonte luminosa e produce un cono impalpabile di luce. Un cilindro di vetro evanescente da portare ovunque e illuminare senza materia.
Materia che ritorna in tutta la sua consistenza in Eremo, applique realizzata con legno recuperato da porte di vecchi casolari della campagna umbra che ricorda una lampada dell’eremo francescano delle Carceri ad Assisi.
Le creazioni di Gargano ci hanno colpito profondamente per la loro capacità di superare la mera funzione e raccontare una personalissima storia. Un progetto serio, autentico, appassionato che ben rappresenta ciò che pensiamo sia il vero design.

