Un anno di Covid!


Il virus compare a Wuhan a dicembre 2019: l’11 gennaio 2020 è confermata la prima vittima nel Paese e il 13 il primo decesso fuori confine, in Thailandia. Poi si registrano casi in Usa ed Europa. Il 30 gennaio l’Oms dichiara l’emergenza globale e l’11 marzo la pandemia. Tutto il pianeta si ferma per lockdown e chiusure. In autunno la seconda ondata, ma a fine anno arriva la speranza dei vaccini. I morti con Coronavirus nel mondo sono oltre 2 milioni e 21mila, più di 94 milioni e 475mila i casi. In Italia il numero complessivo dei contagiati – compresi vittime e guariti – ha raggiunto quota 2.368.733. Le vittime sono 81.800. E’ un anno di paura, un anno di sacrifici, un anno senza gli altri. Avendo paura degli altri, altri come pistole puntate, altri che ci infettano e ci ammalano. E’ un anno senza gli altri che lavorano, che guadagnano, che vivono, che viaggiano, che desiderano. E’ un anno di libertà vigilata per tutti e in particolare per chi ha malattie pregresse, per chi è vecchio, per chi è immunodepresso. E’ un anno senza gli aerei che volano, senza le attese trepidanti nelle sale degli arrivi, senza treni veloci e senza vacanze sotto verande illuminate dalla luna.

E’ una anno che i politici di mezzo mondo si barcamenano malamente tra il concetto di salute pubblica e l’economia che cade. E’ un anno delle nostre vite trascinato via dal ciclone di questa malattia veloce, contagiosissima e che non lascia scampo alle distrazioni. A un anno da tutto questo non vedo soluzioni, non vedo chiarezza, non vedo unione. L’organizzazione mondiale della Sanità annaspa, non si vede, non si sente, non indica. I governi chiudono, aprono e poi riaprono e poi riaprono a metà, senza una vera idea, senza una direzione e senza un obiettivo. I virologi, gli immunologici, gli epidiomologi dell’intero pianeta compaiono sui giornali e nei talk show stanchi, esausti di dover combattere il virus, ma sopratutto l’incapacità della gente di comprendere la gravità della situazione. Quelli seri e coscienziosi non hanno ricette magiche, ma raccomandazioni di attenzione e prudenza. Quelli che, invece, aspettavano una qualsiasi cosa per mostrarsi al mondo hanno convinzioni ferree “Il virus è clinicamente morto” “Non ci sarà la seconda ondata” “Il vaccino risolverà tutto”. A un anno dal deflagrare di questa enorme tragedia, siamo stanchi, non abbiamo più voglia di sentire opinioni ciarliere, cifre non vere, previsioni magnifiche. A un anno dal Covid vorremmo scienza, serietà, condivisione e compassione. Abbiamo bisogno di incertezze, non di indecisioni. Abbiamo bisogno di ridimensionare e non di sminuire. Abbiamo bisogno di responsabili (non quelli che sta cercando Conte per il suo governo) e non di No-Vax. Abbiamo bisogno di attenzione e non di regole incomprensibili. Abbiamo bisogno di rispetto e non di paternalismi.

Anna Chisari

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