Ci siamo ancora, ci siamo con mille differenze, ci siamo vecchi, ci siamo stanchi, ci siamo giovani, ci siamo scoraggiati, ci siamo impoveriti, ci siamo delusi, ci siamo radical-chic, ci siamo entusiasti. Siamo tutto questo, e certe volte non siamo così belli e brillanti. Ma ci siamo. Abbiamo perso 1000 volte, e 1000 volte siamo stati ricacciati indietro. Abbiamo fatto conquiste per l’intera umanità e poi abbiamo avuto paura delle nostre stesse visioni. Abbiamo avuto anni in cui ogni piazza era la nostra e anni in cui i nostri comizi si svolgevano a bordo tavola imbandita. Abbiamo camminato insieme a tutti gli ultimi e protetto ogni minoranza.
Eravamo suffragette e (siamo) femministe, con i partigiani abbiamo fatto resistenza, con gli operai abbiamo guadagnato i diritti che ci spettavano, eravamo a Stonewall e poi abbiamo eletto Harvey Milk per il movimento di liberazione omosessuale, con Martin Luther King abbiamo marciato da Selma a Montgomery, con gli immigrati sui barconi della morte e con Greta Thurneberg per salvare la terra dall’ esaurimento delle risorse e da fine sicura. Non siamo i buoni e neanche buonisti. Amiamo i diritti, la libertà, la giustizia, la condivisione e le opportunità per chiunque respiri su questo pianeta, perché non ci piace lasciare nessuno indietro. Siamo un fiume carsico che appare e scompare con i cicli storici.
Ogni tanto siamo in secca, ogni tanto abbiamo travolto dittature. Ogni tanto ci nascondiamo, ogni tanto abbiamo sdradicato regimi. Sembravamo morti e siamo riapparsi a Milano il 2 marzo in 200.000. Sembrava ci avessero dispersi e invece siamo un bel gruppetto. Siamo i progressisti? Siamo l’élite? Siamo dei sognatori? Siamo degli illusi? Non so come chiamarci, non so come volete definirci. Siamo la “sinistra” che non muore mai.
Anna Chisari