Non Possiamo stare fermi. Non possiamo restare a guardare. Non possiamo rimandare. Quanto sta succedendo al nostro pianeta riguarda profondamente noi umani, la nostra vita e il futuro dei nostri figli, far finta di niente non è un opzione praticabile. Abbiamo di comune accordo, chi più o chi meno, dilapidato un patrimonio di bellezza, energia e sopravvivenza, e va bene così, i sensi di colpa non sono ammessi. Siamo tutti un po’ responsabili della devastazione della terra, che ancora a dire il vero, per quanto la nostra opera sia costante e determinata, mantiene la sua meraviglia, la sua precisione e la sua potenza. Il mio terrazzo assolato ricco di germogli e di piccoli fiori profumati, dimostra quanto sia caparbia e forte la natura, a dispetto del pm10, a dispetto di un inverno secco e caldo, a dispetto di ogni forma di violenza le sia stata praticata. E nonostante Donald Trump, presidente degli Stati Uniti abbia dichiarato in una intervista al Washington Post qualche mese prima della sua elezione “Penso che sia in atto un cambiamento del clima ma non credo molto che sia provocato dall’uomo. Forse c’è un minimo effetto dell’uomo, ma non ci credo granché”.

E nonostante nel 2018 siano stati pubblicati 40 nuovi studi scientifici con tanto di grafici in cui centinaia di scienziati affermano che il catastrofismo sul riscaldamento globale è basato sull’isteria e sulla falsa scienza. La desertificazione avanza, così come si può leggere sull’ Atlante mondiale della desertificazione pubblicato dall’Unione Europea nel 2018 e con essa la crescita di fenomeni migratori legati alla siccità. Ed ancora il riscaldamento globale ha fatto perdere ai ghiacciai dell’artico una superficie dell’estensione di circa metà degli Stati Uniti d’America. Che fare dunque, come agire? come reagire? C’è tanto da fare e sono tante le decisioni personali, politiche, industriali, scientifiche da prendere. A Milano, intanto, ci sono due mostre che da punti di vista diversi aiutano a capire i cambiamenti climatici e cercano di cambiare il nostro futuro. “Broken Nature: Design Takes on Human Survival” alla Triennale di Milano, l’esposizione curata da Paola Antonelli comprende una selezione di progetti degli ultimi tre decenni, esempi di design, architettura e arte ricostituente provenienti da tutto il mondo, che reinterpretano il rapporto tra gli esseri umani e il contesto in cui vivono, includendo sia gli ecosistemi sociali che quelli naturali.
Al Museo di Storia Naturale di Milano la mostra con la curatela scientifica di Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana “Capire il cambiamento climatico” parla degli effetti del riscaldamento globale, lo scioglimento dei ghiacci e l’aumento del livello dei mari, le catastrofi naturali, le ondate di caldo anomale, i rischi per gli animali , attraverso fotografie centinaia tra quelle realizzate da fotografi professionisti per la rivista del National Geographic, installazioni digitali, pareti interattive.





Triennale di Milano – Broken Nature, fino al 1 settembre
Museo di Storia Naturale di Milano – Capire il cambiamento climatico, fino al 26 maggio
Anna Chisari