Bella Ciao NO – Fuori dalla Casa de Papel


Bella Ciao non si tocca.  La canzone Bella Ciao per me è Sacra.  La canzone della nostra Resistenza e della nostra Libertà  non in bocca ai personaggi di una SerieTV che per quanto bella, ben fatta, è intrigante è una serie TV. La serie TV in questione è la spagnola  “La Casa de Papel” distribuita da Netflix, diventata un successo mondiale e che ha inchiodato allo schermo milioni di spettatori. Ideata da Álex Pina, racconta della rapina alla Fábrica Nacional de Moneda y Timbre, la zecca dello stato spagnolo. Comandati da El Profesor, un gruppo selezionato di criminali si organizzano per assaltare la zecca dello Stato. Le prime regole dettate dal Profesor sono chiare: nessuno deve conoscere il vero nome dell’altro e tra di loro non deve esservi alcuna relazione di alcun tipo. Per chiamarsi tra loro i rapinatori usano così nomi di famose città: Tokyo, Berlino, Rio, Denver, Mosca, Nairobi, Helsinki e Oslo.

L’assalto ha inizio. Tutto fila liscio se non per un piccolo dettaglio che mette subito a dura prova i rapinatori, ovvero l’inattesa presenza, all’interno della zecca, di un gruppo di studenti in visita scolastica, tra cui anche la figlia dell’ambasciatore inglese. El Profesor, nascosto in un capannone poco distante dalla zecca  segue sui monitor l’intera operazione, dando istruzioni ai suoi uomini attraverso una linea segreta. Fuori dalla zecca si insedia la polizia, il cui comando è preso dell’ispettore Raquel Murillo che al contempo inizia una relazione con Salva, senza sapere che si tratta del Profesor.  Questa in sintesi la trama, dove i colpi di scena non si contano, gli amori fioriscono, e le belle parole, lacrime e sospiri si sprecano. I personaggi sono ben definiti, i caratteri costruiti con grande profondità, i dubbi sono reali, i cattivi non sono così cattivi e i buoni non sono così limpidi. Certo, la rapina alla Zecca allo Stato spagnolo si potrebbe chiamare, come si faceva una volta, “Esproprio Proletario”, ma lasciare cantare  “Bella Ciao” a dei personaggi, che per pur avendo delle ottime motivazioni hanno come unico obiettivo quello di andare a prendere il sole su un isola deserta, o di comprare una Ferrari, o vivere in un super attico a NewYork mi sembra un abominio. Chi cantava Bella Ciao aveva una visione di libertà e uguaglianza per tutti. I protagonisti della “Casa” sono solo 8 e  hanno previsto un futuro meraviglioso per sé stessi, non c’è nel piano di distribuire a pioggia gli eventuali proventi della rapina riuscita. I Partigiani lottavano e morivano per la democrazia, El Profesor e i suoi disgraziati (si definisce così) si fanno ammazzare per Soldi Soldi e Soldi. La Resistenza è Storia, la Casa di Carta è una fiction che fa soldi. E Basta. Perciò mai come in questo caso il proverbio  “Scherza con i Fanti ma non toccare i Santi” calza a pennello. Non defloriamo sempre tutto in nome dello Spettacolo e del Business. E lasciatemi commuovere cantando Bella Ciao il 25 aprile.

Anna Chisari

 

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