La mia pancia, i Baruneddu, Belpasso e il romanzo!


Il vento dell’Etna era dentro la mia pancia da sempre! Leggende familiari, racconti in grandi tavolate, sospiri notturni, serate a guardar foto, misteri accennati, Baruneddu che ritornano, Baruneddu che partono, mia nonna che leggeva qualsiasi cosa scritta, mio padre poeta debosciato, la tomba di famiglia e lo zio Luciano quel pazzo. Belpasso paese nero di lava, rette e traverse che imprigionano, rette e traverse che lasciano circolare parole, idee, musiche, vento. L’Etna che dal primo istante della mia vita mi ha insegnato la paura e la forza, l’eterno e il momentaneo, lo stabile e l’instabile, la bellezza e la ferocia. L’Etna non è una maestra di manica larga, pretende e non si accontenta, mette alla prova e distrugge ogni certezza, ogni ordine umano.

E quel venticello che nelle mattine d’estate accarezza i piedi nudi, che nelle notti d’inverno ghiaccia i catenacci, che nei pomeriggi di primavera illanguidisce il cuore e lo innamora di profumi.

È un vento a cui non si può essere indifferenti. Il vento dell’Etna ha il sapore del latte di mia madre, ha l’intensità degli occhi di mio padre, ha la creatività delle scarpe di Puddu, ha la sofferenza di Peppino, ha l’audacia e la caparbietà di Ajtina. Il vento dell’Etna porta con sé i lamenti, le canzoni, i fatti e le rime delle genti che sono, che furono e che saranno!

Cugini, zii, antenati e trisavoli hanno attraversato per anni la mia carne, formandola, plasmandola, facendola diventare testimonianza della loro esistenza. Il vento dell’Etna c’è sempre stato. Ho scritto il romanzo in una estate, in due mesi era già tutto sulla carta.  

E’ uscito da me apparecchiato, stirato e in bella copia. Gli interventi fatti con le editor sono stati minimi, come levatrici lo hanno aiutato a nascere, lo hanno vestito e pettinato ma iddu era già accussi.

Il vento dell’Etna è ispirato alla storia della mia pazza famiglia. Fatti e misfatti di bella gente determinata, orgogliosa, austera, geniale, egoista ed egocentrica che ha sempre scelto cosa voleva e come voleva vivere.

Ma i libri non si parlano si leggono

Anna Chisari

2 Comments

  1. Sto leggendo adesso questo splendido romanzo, sono quasi alla fine. Essendo Siciliana, di Catania, lo sento veramente mio, descrive meravigliosamente caratteri, sapori, odori, luci e ombre della mia terra, in modo originale e denso di particolari. Complimenti all’autrice ❤️

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    1. Che bello Cristina. Le sue parole sono importanti per chi, come me, espone la propria storia, i propri sentimenti ad un pubblico di sconosciuti. Grazie davvero e si gusti fino in fondo le parole che raccontano la nostra inimitabile Sicilia.

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