Valentina Morandini, soprannominata “Mela Verde” per l’età ancora acerba, è una ragazzina milanese che frequenta le classi medie. Le sue giornate si dividono tra scuola, famiglia (che oltre ai genitori comprende il fratello maggiore Cesare e la sorellina Stefania), studio e divertimento con le amiche, senza contare gli imprevisti quotidiani a cui può andare incontro una ragazzina della sua età, come vestirsi per una determinata occasione oppure come truccarsi, spesso risolti interpellando l’affascinante zia Dina. La Colnaghi invece è la più cara amica di Valentina nonché sua compagna di banco: insieme condividono molte passioni, tra cui quella per i film western e per il cantante Mal. La loro amicizia sembra inattaccabile finché un giorno, dopo l’arrivo di Sylvie Lagrange, una nuova compagna di classe di origine francese, la Colnaghi comincia a snobbare Valentina arrivando persino a cambiare banco per stare vicino a Sylvie. Per Valentina è un vero e proprio tradimento quello della Colnaghi e, nonostante vengano entrambe invitate a teatro da Sylvie, le due si salutano a mezza bocca. Ma la serata si rivela un successo e piano piano anche Valentina comincia ad essere affascinata da Sylvie. Così durante una vacanza sulla neve insieme alle amiche, a Valentina viene l’idea di formare, mettendo al bando piccole gelosie e inimicizie, il clan delle Mele Verdi…da lì le avventure della giovane adolescente milanese.
In questi giorni se ne riparla perché ci ha lasciati la sua inventrice la grandissima Grazia Nidasio, regina delle illustratrici italiane. Voglio fare una vera e propria ode a Valentina Mela Verde, perché è stata la mia amica ideale, Valentina era bella, figa, piena di idee e di invenzioni, era moderna, con idee di autonomie e libertà, viveva a Milano. Mi piacevano i suoi capelli corti rossi, i suoi mini vestiti e le su calze colorate, mi faceva ridere il suo fratellone “Il Miura” e mi faceva una buffa tenerezza la sua sorellina “La Stefi” e che fascino la “zia Dina”. Valentina mi ha raccontato un mondo, un mondo a me sconosciuto nata e vissuta (fino ad allora) in un paese del sud con le parole, le zie, le nonne, le vacanze diverse dalle mie. Tutto era diverso ma tutto era uguale, le angosce di una adolescente, le paure e le scoperte, le voglie e i desideri, i drammi e le felicità. Nei sette anni di pubblicazione di Valentina Mela Verde, iniziati nell’ottobre 1969 sulle pagine del “Corriere dei Piccoli” per concludersi sul “Corriere dei Ragazzi” nel 1976 Grazia Nidasio con il suo personaggio ha raccontato ai più giovani i controversi anni settanta, affrontando sia argomenti prettamente adolescenziali o modaioli che temi più scottanti come la crisi dell’economia, l’ecologia, la contestazione giovanile con acume e sensibilità. Una vera scuola di vita e di senso, un leggere educativo come adesso, ahimè, non si usa più. Evviva Valentina. Grazie Grazia
Anna Chisari
Stupendo, e quanti ricordi! Grazia Nidasio meriterebbe molta attenzione, perché ci ha insegnato davvero tantissimo, io personalmente le devo un numero imprecisato di ore felici
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Non hai idea quanto sia stata importante per me Valentina. Forse, sono a Milano per lei. Chissà?
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Ci credo eccome!
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