Ubriachi di qualunquismo, violentati dal “che me ne frega a me”, strapazzati dalle 1000 e una dichiarazione dei politici che hanno vinto le elezioni del 4 marzo 2018, devastati dai social e dall’onnipresente online, ingovernati e ingovernabili ci accingiamo a festeggiare una delle più significative e fondanti ricorrenze nazionali. Siamo pronti a sfilare belli, colorati e allegri per le strade delle nostre città. La festa della Liberazione ci appartiene, è nel nostro DNA di democratici, noi vogliamo bene alla festa che ci ha liberati, che ci ha permesso di scegliere, di diventare una nazione matura. E ogni volta, ogni 25 aprile, lungo le strade cantando “Bella Ciao” ci chiediamo come mai il fascismo, il razzismo e i vari populismi siano ancora tra di noi che siamo così belli e così tanti?
Siamo belli, è vero! Ma non siamo tanti e siamo sempre meno! E soprattutto siamo pigri, non ci impegniamo fino in fondo, marciamo insieme agli altri, ma nella solitudine dei nostri pensieri che non condividiamo, manifestiamo (sempre meno) e soprattutto facciamo poco. Facciamo poco per difendere le nostre idee, la nostra cultura, la nostra mentalità. Abbiamo mentalità aperte, contemporanee e grandi visioni, ma le raccontiamo solo ai nostri amici o a qualche collega che, come noi, sogna un mondo diverso da quello che viviamo.
Siamo pigri e non camminiamo verso gli altri, camminiamo per noi e nella direzione che più ci assomiglia. Gli ostacoli e i limiti non ci piacciono, non costruiamo muri ma neanche li abbattiamo, abbiamo pensieri di infinito, ma solo per noi, e poi non facciamo politica. Quella bella politica attiva, che ha formato e informato migliaia di giovani, che ha disegnato nuovi scenari, nuovi modelli e nuovi sviluppi. Quella politica che ci ha insegnato l’esistenza dell’altro, il rispetto delle idee, l’educazione alle regole e allo scontro costruttivo. Siamo pigri e abbiamo svuotato i comizi che hanno perso di significato, e ci accontentiamo di Lilly Gruber e i suoi ospiti su la 7. Siamo pigri e abbiamo lasciato i partiti e ci perdiamo nelle serie tv, unici elementi di appartenenza a comunità virtuali. Siamo pigri e aspiriamo soltanto a eremi in cui rinchiuderci con tutte le nostre comode viltà. La pigrizia è il vero cancro delle nostre società. La nostra pigrizia, finirà per ucciderci. Se non lo ha già fatto!
Anna Chisari