Il paradiso è in collina


Le galline giravano libere e indisturbate, per le vie dei paesi della mia giovinezza. Erano le padrone delle aie e andavano becchettando a scatti qualsiasi cosa trovassero in terra, bambini compresi. Sono creature inquiete e bellicose, malgrado l’apparenza innocua. Perciò, durante la trasmissione Indovina chi viene a cena, lunedì 17 aprile, è stato impressionante vederle stipate nell’universo concentrazionario degli allevamenti “moderni”, e quel che è peggio, anche di quelli che si definiscono “bio”. Già in un normale pollaio le liti sono frequenti. Figuriamoci in un luogo che priva completamente di spazio un incredibile numero di gallinacei, i quali infatti vengono amputati del becco perché non si azzannino fra loro.

Ancora più forte è stata l’impressione negativa (diciamolo, di puro orrore) perché proprio quel giorno ero stato in un luogo paradisiaco che mi aveva fatto ritrovare galline in giro per le strade e un gallo bianco tra i più imperiali che abbia mai visto: pensavo proprio a lui, tronfio e trumpiano come pochi altri al mondo, vedendo milioni di pulcini maschi triturati vivi negli allevamenti in cui servono solo galline ovicole.

Ora non ve lo vorrei dire, dov’è quel luogo paradisiaco, perché un giorno non lontano, quando la gente avrà capito che danni sta facendo alle specie viventi (della cui carne poi si nutre), luoghi simili verranno così bramati che sarà difficile trovare un posto a pranzo o a cena, specialmente a Pasquetta. Sono le oasi del futuro, e di un futuro non troppo lontano.

C’è solo una speranza: quando tutti, e non solo i seguaci del verbo di RaiTre, si renderanno conto di quel che sta accadendo, i ristoratori, se vorranno campare, dovranno seguire esempi virtuosi come quello della Casa dei Merli e dei suoi gestori, Marina Ridé, Emanuele e Michele Silva. Dal 1978 producono con il metodo della coltivazione biologica e dal 2003 svolgono attività agrituristica. Ma questi e altri dettagli tecnici li potete trovare sul sito.

Io vi dico solo che c’è una cavalla di nome Sherazade, sì, come la narratrice più famosa di tutto l’Oriente, e un roseto con le rose più profumate d’Occidente (quelle di Shiraz mi sembrano le uniche rivali possibili), ci sono vigne in fiore sui declivi e dalla collina si domina tutta la Val Nure, giù fino alla pianura. Va bene, ve lo dico, perché ormai avete capito dov’è: nei pressi di Piacenza, poco distante da Carpaneto, ma negherò per sempre di avervi confessato anche che si fanno i pranzi vegetariani più gustosi del mondo, e neanche sotto tortura rivelerò l’identità della regina del dessert, che è la Torta alle Ortiche.

Sono felice di non aver perso una buona occasione per essere discreto.

 

Massimo Scotti

www.agriturismocasadeimerli.com

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