Sono un’artista completa. Sono pittrice, scultrice, videoartista, film maker, fotografa, conosco l’arte tradizionale del batik, scrivo poesie, compongo canzoni, dipingo le case, disegno oggetti, racconto favole al chiaro di luna, ballo sulla musica di un tango sensuale e melanconico, cucino bio vegan crudista, intreccio fili di seta tra i capelli di bellissime amazzoni, canto canzoni della mala francese, suono la chitarra in certe sere d’estate attorno ai falò, allevo allegri diamantini, sono dog sitter globale, cucio cucce di stoffa per gatti metropolitani, una volta ho anche inventato un profumo lasciando macerare gerani foglie d’alloro bucce di limone cicche di sigarette, ho provato a metterlo in produzione poiché gli amici mi dicevano che era pazzesco, ma nessuno ha creduto in me e al mio profumo di natura e artificio. Ah, sì, l’arte è la mia casa. Io sono l’arte. Ho idee per tutto. Mi ispira la natura. Mi ispira Milano. Mi ispira la campagna e il mare. In montagna invento i caminetti, sulla spiaggia le reti dei pescatori, sul fiume mi siedo ad aspettare, al lago invento delitti. Sono una artista completa e me ne vanto. La mia casa è la mia opera magna. In questi 66 mq che non sono miei, ma di proprietà del mio ex fidanzato. Anche lui un artista completissimo, anche lui pieno di idee e suggestioni. Figlio di un pittore importantissimo di cui non posso dire il nome, ma vi assicuro che è davvero famoso, ci sono quotazioni da capogiro per le opere del mio ex suocero. Io in questa casa mi esprimo. È il mio laboratorio, il mio studio, il mio pensatoio. Anzi, in un angolo del corridoio tra la cucina e il bagno con tre teli decorati a batik, uno con fantasie floreali di color verde che rappresenta la terra, uno con tanti soli splendenti di colore giallo, uno con onde cangianti tra il bianco e il celeste a rappresentare il mare ho isolato uno spazio per chi ha voglia di lasciarsi andare e trarre il meglio del proprio pensiero, pensare senza limiti, riflettere, meditare.

In sala ho messo una vecchia barchetta di legno che mi avevano regalato degli autentici pescatori di Bali, tra gli enormi cuscini e i tendaggi svolazzanti, lascio sempre le finestre aperte anche d’inverno per avere l’effetto Villa di Tiberio in ogni stagione, la piccola imbarcazione si staglia magnifica tra le librerie Billy e la credenza dei primi del 900 sardo. Chi viene a trovarmi rimane affascinato dalla creatività dell’arredamento della mia casa. Il letto a baldacchino a grandi volant fiorati tempestati di scaglie di specchi, che riflettono la luce blu dell’abat jour lasciano con il fiato sospeso gli amanti occasionali e gli amori stabili. La cassapanca ampezzana in ingresso è una delizia, le sfumature di colore e i disegni si intravedono tra le mille copie di Wallpaper, Icon, Biancoscuro, Art & Dossier, Il giornale dell’arte, Drome Magazine, Segno, Flash Art. In cucina ho fatto costruire dei muretti che ho fatto rivestire con ceramiche siciliane e in finti focolai a legna ho fatto installare delle piastre a induzione, ho disegnato delle fiamme che tremolanti ravvivano le pareti, il tavolo è un bancone da falegname, gli invitati si divertono a tagliare il pane stringendolo dentro ai morsetti che ho lasciato. In bagno una piccola cascatella versa acqua limpida dentro la vasca da bagno francese che si appoggia su piedi di leone dorati. Sulle ceramiche bianche mi sono sbizzarrita, ho disegnato volti di donna, uomini nudi, marine notturne e colonne doriche, salici piangenti e ruscelli circondati da vegetazione esotica. Tra il lavandino e il bidet ho piazzato un orinatoio scovato in una discarica vicino Roma, era il minimo che potessi fare per omaggiare Duchamp e la sua rivoluzione nell’arte. Certi giorni fotografo la mia casa e me dentro la casa. Sono felice di ciò che ho fatto, tutto assomiglia a me, tutto è come lo voglio. La mia casa mi rappresenta, la mia casa mi racconta. È il mio biglietto da visita e il mio vestito di rappresentanza. Il cordone tra la mia anima e il mondo. Lo spazio esistenziale dove si estende il mio pensiero e la mia creatività. Vorrei tanto che uno di quei magazine che compro puntualmente si accorgessero della mia casa, della mia arte e dei miei pensieri. Eppure, conosco tutti, parlo con tutti, mi faccio conoscere da tutti. Ma non è ancora successo.