Se i prodotti sono una necessità, l’utilizzatore dovrebbe conoscerne ogni dettaglio e non avrebbe bisogno di ulteriori spiegazioni. In realtà non è proprio così. Non solo, spesso, non si conoscono prodotti e aziende, ma si ignorano anche concept e contesto.
Per questo l’allestimento diventa un elemento fondamentale per informare e persuadere il cliente.
Si tratta di un delicato equilibrio tra esperienza e contenuto basato su due variabili principali: una interna, il prodotto stesso, la sua forma, funzione ed estetica; una esterna, chi è il target, operatori del settore o pubblico generico.
Nel caso di referenti business – esperti o appassionati – dove per scontata si dà la conoscenza, l’impiego di tecniche esperienziali può rafforzare l’impressione, ma rischia di distrarre dalle informazioni tecniche specifiche che il target ricerca. Nel caso invece del pubblico generico, l’informazione tecnica diventa un importante elemento da comunicare tramite un comprensibile linguaggio.
Se all’interno della fiera l’esposizione dei prodotti è pensata per un pubblico di esperti, capace di riconoscere le qualità produttive ed estetiche proposte, nel Fuorisalone, il pubblico si allarga e l’installazione diventa anch’essa medium informativo, con interlocutori assai diversi tra loro.
Hermès ha ricreato un surreale paesaggio ceramico composto da sette case in sette forme diverse collocate al centro dell’ampio spazio della Permanente. Priva di interattività tecnologica, ma forte in termini di esperienza immersiva, l’installazione riesce nell’intento di mostrare le raffinate collezioni Hermès Maison – dai set da tavola e i vasi in ceramica, alla carta da parati e ai tessuti d’arredamento, fino agli oggetti in cuoio e alle sedie in bambù – senza appesantire di inutili informazioni didascaliche la visita.
Diverso, ma altrettanto convincente, l’allestimento della scuola di design di Ginevra, HEAD, negli spazi della Galleria Mimmo Scognamiglio. La mostra dal titolo In My Head, presenta la scuola in modo divertente e intrigante, undici installazioni conducono i visitatori attraverso il mondo creativo degli studenti dei vari dipartimenti. La creatività diviene tangibile esponendo gli elementi che hanno contribuito a trasformare un’idea in un progetto dal vivo, il processo che porta al prodotto finito.
E infine la poetica installazione Hidden Senses di Sony nello Spazio Ermenegildo Zegna, dove il futuro (vicinissimo futuro) high-tech si mostra gentile e suggestivo. Un’interattività che abbraccia i sensi – gusto, olfatto, vista e udito – per raccontare a tutti (esperti e non) come il digitale possa trasformare il reale, animando pareti e mobili, rivestendo la materia di apparenze sempre diverse. Gli elementi di arredo comunicano informazioni con luci, colori, suoni, in maniera discreta. E la tecnologia non fa più paura, è amica e ci aiuta nella quotidianità senza invaderci. Hidden Senses ha vinto uno dei Milano Design Award 2018 (Best Playfulness).
Siyu Chen
Zhijun Zhou