Elisabeth Gilbert autrice del best seller “Mangia, prega, ama” sposta la creatività dal dentro al fuori. Dice: “Non voglio morire suicida sotto il peso della mia creatività, voglio proteggermi da me e dagli altri, non voglio avere paura dell’insuccesso”.
Gli antichi Greci e gli antichi Romani avevano trovato un modo: il genio era un demone che arrivava da chissà chi (gli Dei?) e andava chissà dove (gli uomini).
Tom Waits, genio e sregolatezza per definizione, ad un certo punto della sua vita di uomo e artista si rende conto che non è solo nella creazione della sua musica, delle sue canzoni, ma che l’universo lavora con lui.
La genialità è misteriosa e inconoscibile, sublime irresponsabilità della bellezza che non può e non deve essere attribuita solo al singolo. E come afferma la scrittrice statunitense pensare all’uomo come unica fonte della creatività è come “chiedere a qualcuno di ingoiare il sole”.