La figura della Befana e la tradizione delle streghe, maghe e donne di fora in Italia sono legate a un intreccio di miti, credenze popolari e influenze di antiche religioni. Queste figure sono spesso associate a pratiche di “magia” o “stregoneria”, e molte di esse derivano da tradizioni pre-cristiane che si sono trasformate e adattate nel corso dei secoli, mescolandosi con il cristianesimo e con le usanze locali.
1. Le Befane e le Streghe:
Le Befane e le streghe sono figure che si sovrappongono in molte tradizioni italiane, ma sono anche distinte. La Befana è principalmente una figura positiva, legata all’Epifania, che porta dolci ai bambini buoni e carbone a quelli cattivi. Tuttavia, la sua origine si intreccia con molte tradizioni popolari e con l’immagine della strega, spesso vista come una donna saggia o misteriosa, che possiede poteri magici.
Le streghe e la loro evoluzione:
Le streghe, in molte culture, sono state figure associate alla “magia” e spesso alla capacità di manipolare la realtà attraverso incantesimi e rituali. In Italia, la strega è una figura che ha subito una trasformazione nel tempo: inizialmente legata alla saggezza popolare, in seguito, con l’avvento del cristianesimo, divenne simbolo del male, della tentazione e dell’eresia.
Nelle tradizioni popolari le streghe non erano necessariamente malvagie. Erano spesso donne che esercitavano il ruolo di curatrici o “guaritrici”, conoscendo le erbe e i rimedi naturali. Nelle zone rurali, le streghe erano considerate donne con poteri di “cura” o anche di maledizione, e la loro figura non era necessariamente malvagia, ma ambivalente.
La Befana come “strega buona”:
Nel contesto della Befana, la figura di una vecchia donna che porta doni ai bambini rappresenta una forma di “strega buona”, che mescola aspetti della magia benevola con elementi della tradizione cristiana dell’Epifania.

2. Le Maghe e le Donne di Fora:
Le maghe e le donne di fora sono altre figure legate al concetto di “magia” nella cultura italiana. Le maghe sono donne che, in molte tradizioni, erano considerate capaci di esercitare poteri soprannaturali, soprattutto in relazione alla cura delle malattie o alla protezione contro il malocchio. Le donne di fora (che in alcune regioni italiane venivano chiamate anche donne fuori, donne che vivono fuori, donne degli altri mondi, donne di notte) sono legate alla figura della “guaritrice” o della “veggente”, ma anche della “saggia” che abita ai margini della comunità.
Queste donne spesso vivevano isolate o ai margini della società rurale, praticando rituali legati alla natura, all’agricoltura, e alla cura della persona. La loro conoscenza delle erbe, delle piante curative e delle tradizioni popolari le rendeva spesso oggetto di rispetto, ma anche di paura, in quanto la loro “magia” era considerata misteriosa e incomprensibile.
3. Le Domus de Janas:
Le domus de janas (letteralmente “case delle fate” in lingua sarda) sono antiche tombe scavate nella roccia, risalenti alla preistoria della Sardegna. Si ritiene che queste tombe fossero legate a culti funebri e religiosi, ma la loro forma e la loro ubicazione, spesso in luoghi appartati e suggestivi, hanno alimentato leggende su di esse, facendole diventare luoghi misteriosi, associati al mondo delle fate, degli spiriti o delle “streghe”.





Le domus de janas erano viste come abitazioni sotterranee dove si riposavano le anime degli antenati, e spesso si pensava che fossero luoghi di passaggio tra il mondo dei vivi e quello dei morti. In molte tradizioni popolari sarde, si credeva che le domus de janas fossero abitate da creature soprannaturali, e che le streghe, le maghe o le donne di fora potessero comunicare con gli spiriti dei defunti attraverso questi luoghi sacri.




4. Origini e Tradizioni Popolari:
Le figure di streghe, maghe, e donne di fora non sono isolate in un’unica area geografica, ma si diffondono in tutta Italia, pur assumendo sfumature diverse a seconda delle regioni. Per esempio:
- In Toscana e Umbria: le streghe venivano spesso considerate donne con poteri di guarigione, ma anche di maledizione. Tradizionalmente si riteneva che le streghe avessero poteri particolari, come quello di “lanciare malocchi” o di creare incantesimi, ma anche di proteggere le persone con rimedi naturali.
- In Sicilia: le streghe sono legate a pratiche di “magia” e spesso ad altri riti come la “santa morte” o rituali sciamanici, un retaggio delle antiche credenze greco-romane e fenicie.
- In Sardegna: la figura della donna di fora è particolarmente radicata, anche grazie alla presenza delle domus de janas. Le credenze sulle streghe e le maghe in Sardegna si intrecciano con il folklore delle fate e degli spiriti, e queste figure venivano spesso associate a culti pre-cristiani.
Le origini delle persecuzioni:
Le origini delle persecuzioni di streghe risalgono almeno al Medioevo, quando la Chiesa cattolica, durante il periodo del Cristianesimo medievale, iniziò a vedere la stregoneria come una grave minaccia alla fede. Con l’Inquisizione e la crescente paura del “male”, la stregoneria venne associata a pratiche demoniache e all’eresia, con le donne accusate di essere alleate del diavolo. Queste persecuzioni raggiunsero il loro apice tra il XVI e il XVII secolo, ma le radici risalgono ben prima.
Fattori che alimentarono le persecuzioni:
- Paura religiosa e demoniaca: La Chiesa, soprattutto dopo il Concilio di Vienne (1311-1312), iniziò a considerare la stregoneria come un crimine di eresia, in quanto la stregoneria veniva associata all’invocazione di forze demoniache. Il Malleus Maleficarum (1487), un trattato scritto dai monaci Heinrich Kramer e Jacob Sprenger, divenne un manuale fondamentale per identificare e perseguire le streghe. Questo testo contribuì in modo significativo alla demonizzazione delle donne e alla diffusione della paura della stregoneria.
- Rivalità sociale e economica: Le persecuzioni erano spesso alimentate da motivi economici e sociali. Le donne accusate di stregoneria spesso appartenevano a gruppi vulnerabili: anziane, vedove, donne povere o di bassa classe sociale. In molti casi, erano persone che non avevano un ruolo sociale ben definito o che si trovavano in conflitto con vicini o membri della comunità, magari a causa di questioni ereditarie, rivalità economiche o problemi di salute.
- Fattori politici: Le stregonerie erano anche un modo per consolidare il potere. In periodi di crisi, guerre o pestilenze, i capi religiosi e politici utilizzavano le accuse di stregoneria per distrarre la popolazione dalle reali cause di sofferenza, rafforzando così il controllo sociale.




I roghi di streghe in Italia e in Europa:
Italia:
In Italia, le persecuzioni di streghe furono meno diffuse e sistematiche rispetto ad altri paesi europei, ma non mancarono episodi di violenza. Gli Stati italiani, frammentati in piccoli principati e regni, erano governati da una varietà di autorità politiche e religiose, e le persecuzioni di streghe non furono uniformi.
- Inquisizione italiana: L’Inquisizione italiana, che aveva la sua sede principale a Roma, non si concentrò tanto sulle streghe quanto su altre forme di eresia, ma alcuni episodi si verificarono, soprattutto nel XVI secolo. Le autorità ecclesiastiche italiane condannarono diverse donne accusate di stregoneria e magia.
- Persecuzioni locali: Alcune regioni italiane, come il Trentino e il Friuli Venezia Giulia, furono teatro di intensi processi per stregoneria, anche se i numeri delle vittime furono inferiori rispetto a quelli di altri paesi europei. Il processo delle Streghe di Benevento è uno degli esempi più noti di persecuzioni italiane, ma, in generale, l’Italia non conobbe le stesse dimensioni catastrofiche di altri luoghi.
- Secolo XVII: Nonostante il clima di paura, le esecuzioni pubbliche di donne accusate di stregoneria raramente culminavano in roghi. A livello locale, le pene erano più spesso legate a prigioni, torture o confische di beni.
Europa centrale e settentrionale:
- Germania: La Germania fu uno dei paesi dove le persecuzioni di streghe furono più violente. Durante il periodo della Riforma protestante e della Controriforma, le accuse di stregoneria si diffusero rapidamente, alimentate dalla crescente sfiducia nelle pratiche religiose e nella magia. In particolare, il Sacro Romano Impero (oggi parte della Germania, dell’Austria e della Svizzera) fu teatro di processi intensi, con città come Würzburg, Bamberg e Speyer che furono centri di brutali roghi.
- Il caso di Würzburg: Durante il periodo dal 1626 al 1631, circa 900 persone furono accusate di stregoneria e messe a morte a Würzburg, tra cui molte donne.
- Francia: In Francia, le persecuzioni di streghe furono meno frequenti rispetto ad altri paesi europei, ma ci furono alcuni casi noti. Le leggi contro la stregoneria erano presenti fin dal XVI secolo, ma la grande ondata di processi per stregoneria avvenne nel XVII secolo, specialmente durante la Fronda.
- Inghilterra: Anche in Inghilterra, sebbene la legge contro la stregoneria fosse stata promulgata nel 1563, il numero di roghi di streghe fu relativamente contenuto. Tuttavia, tra il XVI e il XVII secolo ci furono numerosi processi e condanne. Il caso più famoso è probabilmente il processo delle streghe di Pendle, avvenuto nel 1612, che portò all’esecuzione di 10 persone accusate di stregoneria.
- Scandinavia: I paesi scandinavi, in particolare la Svezia e la Norvegia, conobbero ondate di persecuzioni. Il caso più famoso è il processo di stregoneria di Torsåker in Svezia, dove nel 1675 furono accusate e giustiziate 71 persone.
Il picco delle persecuzioni:
Le persecuzioni di streghe raggiunsero il loro apice nel Seicento, quando la paura del male e l’idea della stregoneria come una minaccia reale e pericolosa dominarono la mentalità popolare. Tuttavia, a partire dalla fine del XVII secolo, le persecuzioni iniziarono a diminuire, grazie a una maggiore razionalità scientifica e a un cambiamento nella visione religiosa, che portò a una riduzione delle accuse di stregoneria.
Dopo il 1700:
Anche se la persecuzione di streghe e le condanne a morte diminuirono notevolmente dopo il 1700, le credenze nelle streghe non scomparvero del tutto. Nelle zone più isolate dell’Europa, il timore delle streghe persistette fino al XIX secolo. In alcuni paesi, come la Russia o la Polonia, le leggi contro la stregoneria non furono completamente abolite fino al XX secolo.
Un caso clamoroso: le Streghe di Salem
Le streghe di Salem sono al centro di uno degli episodi più famosi e tragici della storia americana: il processo per stregoneria che ebbe luogo tra il 1692 e il 1693 nel villaggio di Salem Village (oggi parte di Danvers, Massachusetts). Questi eventi sono simbolo della paura di massa, dell’intolleranza religiosa e delle dinamiche sociali distruttive che possono sorgere quando una comunità è permeata da superstizione e sospetto.

Il contesto storico:
Il processo di Salem si inserisce in un periodo di forte instabilità sociale, religiosa e politica, che si era sviluppata nella colonia puritana del Massachusetts. Alcuni fattori che contribuirono all’esplosione delle accuse di stregoneria includono:
- Paura del diavolo e della stregoneria: I puritani, che avevano emigrato in America per fuggire dalle persecuzioni religiose in Inghilterra, credevano fermamente nell’esistenza del diavolo e nelle sue azioni malvagie. La stregoneria era vista come un grave crimine contro Dio e la comunità, e le donne accusate di stregoneria venivano spesso considerate alleate del diavolo.
- Conflitti sociali e tensioni interne: Salem era una comunità di puritani, ma anche una comunità molto divisa. La lotta per il potere, le tensioni tra le varie famiglie e i conflitti economici e politici erano molto intensi. Questi conflitti si riflettevano anche nelle accuse di stregoneria.
- Malattie e disastri naturali: Negli anni precedenti, Salem aveva sofferto di una serie di disastri naturali e malattie misteriose, che aumentarono la sensazione di maledizione e la paura dell’intervento maligno.
- Influenza religiosa: La cultura puritana era molto rigida e moralista, e il clero puritano svolgeva un ruolo cruciale nell’indirizzare la vita quotidiana. Le accuse di stregoneria erano spesso un modo per mettere alla prova l’integrità religiosa di qualcuno, o per punire chi si discostava dalle norme sociali e morali.
Gli inizi dell’episodio:
La serie di eventi che portò ai processi iniziò nel gennaio del 1692, quando un gruppo di ragazze adolescenti a Salem Village, tra cui Betty Parris (figlia del reverendo Samuel Parris) e la sua cugina Abigail Williams, cominciarono a manifestare strani comportamenti: contorcimenti, urla, e visioni di creature fantastiche. Le ragazze erano viste come possedute, e le loro manifestazioni furono interpretate come segno di stregoneria.
Inizialmente, le ragazze accusarono alcune donne anziane della comunità di essere le responsabili di questi presunti incantesimi. La Tituba, una schiava di origine caraibica che viveva con la famiglia Parris, fu una delle prime ad essere accusate. Sottoposta a torture, Tituba confessò di essere una strega e di aver praticato la stregoneria, coinvolgendo altre persone nel villaggio. La sua confessione, benché probabilmente estorta sotto pressione, alimentò ulteriormente le accuse.
Il processo:
Nel giro di poche settimane, le accuse di stregoneria si diffusero rapidamente, e altre donne (e in alcuni casi anche uomini) vennero accusati di essere streghe. In un clima di crescente isteria, le testimonianze di chiunque poteva essere considerato sospetto erano considerate valide, anche senza prove concrete. Il processo di Salem divenne noto per la sua assenza di prove tangibili, basandosi principalmente su testimonianze di “visioni” e “rivelazioni” spirituali.
Le accuse e le testimonianze:
- Le accuse di stregoneria si basavano su segni visti come “indizi” di un legame con il diavolo, come la “vista di un incubo”, sogni strani o dolori fisici inspiegabili.
- Le confessioni di persone accusate di stregoneria, spesso sotto torture o minacce, divennero la principale prova contro gli accusati. Alcune donne accusate di stregoneria confessarono in cambio di una vita risparmiata, mentre altre negavano, venendo condannate a morte.
- Le testimonianze venivano supportate da visioni soprannaturali: ad esempio, alcune persone sostenevano di aver visto le “ombre” delle streghe che li tormentavano, o le “streghe” che li toccavano con una mano malvagia. Gli accusatori erano spesso giovani ragazze che dichiaravano di essere state possedute o tormentate.
Le esecuzioni:
Il processo di Salem portò all’esecuzione di 19 persone, per lo più donne, impiccate, e una persona fu schiacciata a morte con pietre, mentre altre morirono in carcere. La paura e l’isteria collettiva avevano preso piede così tanto che nessuno sembrava riuscire a fermare il panico che si stava diffondendo.
Il punto culminante della tragedia fu il 19 settembre del 1692, quando 14 donne e 5 uomini furono impiccati, e altri morirono in prigione. Una delle vittime più emblematiche fu Rebecca Nurse, una donna anziana e rispettata, accusata di stregoneria e giustiziata nonostante fosse innocente. La sua morte, in particolare, scosse l’opinione pubblica.
La fine del processo e la riflessione:
Nel 1693, le autorità iniziarono a rendersi conto della follia che aveva pervaso Salem. Il governatore del Massachusetts, William Phips, intervenne quando sua moglie fu accusata di stregoneria. Il governatore annullò tutte le condanne e vietò ulteriori processi per stregoneria. Le confessioni vennero dichiarate false, e molti dei protagonisti del processo vennero condannati per aver partecipato all’isteria.
Il processo di Salem è diventato un simbolo della paura irrazionale, della moralità puritana, e delle pericolose dinamiche di caccia alle streghe che possono scaturire quando una comunità si lascia sopraffare dalla paura e dall’intolleranza.
Nel XX secolo, l’episodio è stato reinterpretato in numerosi libri, film e opere teatrali, tra cui “Le Crociate della Paura” di Arthur Miller (1953), un’opera che lo utilizzò come metafora delle persecuzioni politiche e sociali durante la McCarthyism degli Stati Uniti.