Passioni Condivise


E’ stato appena inaugurato a Milano un piccolo lodevole progetto di condivisione. Piccolo di dimensione, ma con un respiro ampio e generoso. Si tratta di ICA, Istituto Contemporaneo per le Arti, uno spazio dedicato alla cultura, aperto e gratuito.  Arte contemporanea, ma anche letture coerenti con l’esposizione del momento, approfondimenti e interventi didattici. Dalla prossima estate anche un programma di film grazie alla collaborazione con il Cinemino, altra valida iniziativa milanese, e presto una scuola di filosofia per l’arte. Insomma, non si tratta dell’ennesima galleria d’arte, non è un museo, ma un’attività culturale a ciclo continuo dove si privilegia il contenuto e non la facile e superficiale lettura, certamente più ‘vendibile’.

Un istituto di ricerca e centro di produzione che capta linguaggi e pratiche non limitate alle arti visive. L’idea nasce dalla passione e dall’impegno di cinque soci fondatori, Bruno Bolfo, Giancarlo Bonollo, Enea Righi, Alberto Salvadori, Lorenzo Sassoli de Bianchi e spera nella solidarietà di chi fosse convinto della buona pratica. Senza limiti di idee.

Lo spazio si trova in un edificio industriale dei primi del novecento; 700 metri quadri su due livelli in uno dei quartieri milanesi in rapida trasformazione, zona Ripamonti, dove Fondazione Prada ha da pochi anni aperto la nuova sede diventando polo di attrazione per altre esperienze culturali e qualificando l’area come una delle più potenzialmente interessanti della città. E ICA contribuisce con la propria intelligente offerta.

La prima mostra, la collettiva “Apologia della storia – The historian’s craft” curata da Alberto Salvadori e Luigi Fassi, direttore del MAN di Nuoro, segna subito il passo: seria, inedita, di ricerca.

La mostra raccoglie l’opera di 13 artisti internazionali di età e generazioni differenti e riflette sul tema della storia come strumento di indagine e come metodologia di conoscenza del presente. Il titolo della mostra è ripreso dall’omonimo libro dello storico Marc Bloch, iniziatore della scuola francese de Les Annales e apprezzato soprattutto per il rigore scientifico, l’ampiezza di vedute e la volontà di aprire il campo della storia ad altre discipline. Dalla storia alle storie di una memoria necessariamente collettiva, un sincero sforzo di comprendere la complessità umana. E in tempi come i nostri, dove la visione ampia, audace, forse utopica, ma densa, sembra soffocata dal vivere e pensare superficiale, quindi mediocre, ICA è un modello in controtendenza e in questo senso profondamente politico (della buona politica).

Photo credits: Dario Lasagni

 

Diletta Toniolo

 

ICA Milano

via Orobia 26

20139 Milano

office@icamilano.it

icamilano.it

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