Hans Ulrich Obrist ci racconta di un suo recente soggiorno in Giappone dove, nella camera d’albergo, guardando un film giapponese (confessa, non capito) riconosce, sullo sfondo di una scena, la locandina di Take Me (I’m Yours). E, dice, questo è ciò che già nel 1995 avevamo in mente per la Serpentine Gallery di Londra: l’arte disseminata! La mostra appena inaugurata all’Hangar Bicocca nasce, infatti, da un’idea di ventidue anni fa del curatore Hans Ulrich Obrist e dell’artista Christian Boltanski per la galleria londinese, ma non è una mera riproposizione. Non si tratta di una mostra itinerante, ci tiene a sottolineare Obrist, perché Take me (I’m Yours) si trasforma ogni volta grazie al contributo di co-curatori selezionati in ogni luogo dove l’esposizione è organizzata: a Milano Roberta Tenconi e Chiara Parisi. A quest’ultima si deve anche la prima riproposizione del format espositivo nel 2015 a La Monnaie di Parigi.

HangarBicocca, Milano, 2017. Courtesy Pirelli
HangarBicocca, Milano.
Foto: Agostino Osio
L’esposizione collettiva reinventa le regole del gioco – o furbamente asseconda l’intimo istinto del visitatore (?) – toccare, usare, modificare, prendere: tutto ciò che di solito è vietato fare in un museo. Già dal titolo l’invito è chiaro, prendimi, sono tuo. Portami a casa, regalami, barattami, ‘disseminami’ dove vuoi. E così, possiamo interagire con le opere di oltre cinquanta artisti (erano una decina a Londra) da quelli storici come Boltanski e Spoerri, a quelli emergenti selezionati per l’occasione come il più giovane, Riccardo Paratore classe 1990. Nell’allestimento curato da Martino Gamper si incontrano le opere di 56 artisti tra quelli presenti nel 1995, a nuove produzioni concepite appositamente: Douglas Gordon, Gilbert&George, Hans-Peter Feldmann, Daniel Spoerri, Yoko Ono e ancora Gianfranco Baruchello, Maurizio Cattelan, Félix Gonzàlez-Torres, Franco Vaccari, Pierre Huyghe, Tino Seghal, Ugo La Pietra e Patrizio Di Massimo.
Divertente, ironica, interattiva, performativa, ludica, concettuale, Take Me (I’m Yours) è tutto questo e di più, si lascia sperimentare, leggere, interpretare da prospettive diverse. E questa è la sua forza e la sua attualità: un continuo interrogarsi sull’arte, i suoi luoghi, i significati, il suo impatto. Non è un caso che in conferenza stampa abbiano citato le avanguardie storiche, dai Cadavre Exquis dei surrealisti al ‘manifesto politico’ di William Morris dell’arte per tutti.
Ci saranno critiche negative – ben vengano – innamoramenti e incomprensioni. E’ ciò che questa mostra vuole generare: movimento, pensiero, scambio. Ciò che in definitiva è la ‘mondialità’ raccontata da Édouard Glissant (più volte citato da Obrist), il dialogo che produce differenze…e ricchezza, scambio, complessità.
Take Me (I’m Yours)
dal 1 novembre 2017 al 14 gennaio 2018
Pirelli HangarBicocca