Lo aspettavamo tutti, chi con scetticismo, chi con perplessità, chi con ottimistica certezza, insomma il SuperSalone era atteso. E io che ero tra i perplessi, mi sono ricreduta. È un’edizione sicuramente ridimensionata (nonostante il fuorviante titolo; quello continuo a non apprezzarlo) dentro e fuori fiera, ma di qualità. Milano si è dimostrata ancora una volta la vetrina ideale, gli organizzatori della fiera sono riusciti nell’arduo compito di rivedere in corsa il format e proporre un evento speciale, meno commerciale e più culturale, e il sistema design ha dato un segnale forte di ripartenza.
La sostenibilità è il fil rouge accidentale delle proposte, accidentale perché non esiste un tema imposto, ma tanti progetti convergono sul medesimo indirizzo di ricerca. Con alterni risultati: ci sono proposte serie, ma ancora in stato embrionale, soluzioni già industrializzate e pronte al mercato, riflessioni più poetiche, ma di scarsa applicabilità, furbi travestimenti di marketing, che poco o nulla hanno di sostenibile. Prodotti, materiali, processi, progetti sono tutti coinvolti nel ridisegnare la cultura materiale della nostra società.
Helix, siringa monomaterica//Ithzel Ceròn e Daniel Lopez,Tecnologico di Monterey, Messico
The Lost Graduation Show. The Best of Class 2020/21 AwardReddo, materiale realizzato con gusci di ostriche riciclate. From Nature To Nature//Francesco Maria Lucini, Ied Barcelona
The Lost Graduation Show. The Best of Class 2020/21 AwardForestami, foto Diego Ravier, courtesy Salone del Mobile.Milano Molteni&C, foto Diego Ravier, courtesy Salone del Mobile.Milano
Qualche esempio a partire dalla fiera dove il “supersalone”, curato da Stefano Boeri e da un team di co-progettisti (Andrea Caputo, Maria Cristina Didero, Anniina Koivu, Lukas Wegwerth, Marco Ferrari ed Elisa Pasqual di Studio Folder, Giorgio Donà, co-founder e direttore di Stefano Boeri Interiors), raccoglie 425 brand, 170 giovani creativi e 39 maker per un totale di oltre 1.900 progetti esposti. Non male di questi tempi. Proprio pensando alla sostenibilità nella strategia di costruzione della manifestazione, si è data priorità al noleggio e al riuso in modo da evitare il più possibile sprechi di materiale. Gli spazi a disposizione delle aziende sono stati concepiti per dare risalto al prodotto e ridurre all’essenziale l’impiego di strutture di supporto. Tutti i materiali e le componenti dell’allestimento nella parte dedicata alle aziende – lunghi setti paralleli, studiati per le specifiche categorie merceologiche – e nelle aree comuni: food court, arene, lounge utilizzano una ridotta quantità di pannelli di truciolare (1.230 mc ), ottenuti con legno riciclato al 100%, che saranno rimessi, poi, all’interno del ciclo di produzione in un’ottica circolare. Tutto è pensato per poter essere smontato e successivamente riutilizzato.
Mostra il Salone/la Città a cura di Mario Piazza, Triennale Dimorestudio Natural Capital, Orto Botanico di Brera Bamboo Ring:|| Weaving a Symphony of Lightness and Form, Kengo Kuma, OPPO. Mostra-Evento Interni Creative Connections, Università degli Studi di Milano
In città, al Museo della Scienza e della Tecnica la terza edizione di RoGuiltlessPlastic, progetto internazionale co-curato da Rossana Orlandi e Nicoletta Orlandi Brugnoni con tre installazioni dove le proposte spaziano da nomi internazionali dell’architettura, della progettazione industriale e della produzione sostenibile a iniziative più sperimentali.
All’Opificio31 spicca la presenza dell’azienda norvegese di arredo urbano Vestre (suoi dei pezzi utilizzati nel restyling di alcune piazze milanesi nel progetto Piazze aperte, nuovi interventi di urbanistica tattica) che della sostenibilità ha fatto la propria mission. Nuovo stabilimento in costruzione a ridotto impatto ambientale, aperto a visitatori esterni e luogo di apprendimento, prodotti certificati dal processo produttivo ai materiali utilizzati e, nelle proposte di quest’anno, l’attenzione al mantenimento della biodiversità nelle città.
Vestre, Opificio 31, Tortona Rocks The Plus, nuova sede Vestre, Bjarke Ingels Group (BIG) LOOKS LIKE MAGIC! progetto sperimentale e performativo di Jorge Penadés, a cura di Maria Cristina Didero, 5VIE
All’Orto Botanico di Brera, Natural Capital, l’installazione progettata da CRA – Carlo Ratti Associati con il contributo di Italo Rota per Eni, nuovi paradigmi per un futuro più sostenibile. Natural Capital è una data visualization tridimensionale che sperimenta l’uso dell’infografica come categoria del design: una serie di bolle fluttuano nella suggestiva cornice dell’Orto Botanico. Ciascuna bolla ha un diametro diverso – da pochi centimetri a qualche metro – per rappresentare la capacità di assorbimento e immagazzinamento di CO2 (annuale e durante l’intero ciclo di vita) di alcune delle tante specie presenti, secondo le stime ecosistemiche effettuate dal professor Alessio Fini. La possibilità di un raffronto visivo e immediato per comprendere il circolo simbiotico tra uomo e natura.

E tanti altri (ma non troppi, per fortuna) sono gli esempi, virtuosi o meno, che punteggiano la città. Un’edizione strana, sicuramente più sobria, pur sempre ricca di spunti che mi sembra sia un ottimo primo segnale di rinascita del sistema. Milano c’è e il design anche. Arrivederci ad aprile 2022.

Diletta Toniolo