Siamo tutti diversi!


rAbDo continua a sondare il design altro. Questa volta con un’incursione in uno dei primi e più attivi FabLab italiani. Si tratta di Opendot nato a Milano dalla collaborazione di tante menti, una il gruppo dotdotdot, studio di progettazione così ampia da non potersi tradurre che con tre punti… (del resto per loro tutto è possibile!) e da una rete di professionalità eterogenee.

In particolare parliamo di un progetto che sta molto a cuore a Opendot, ma anche a noi di rAbDo, si tratta de L’Oggetto che non c’è, frutto del lavoro e della collaborazione tra il FabLab e la Fondazione TOG – Together To Go, onlus che nel 2011 ha dato vita a un centro di eccellenza per la riabilitazione di bambini colpiti da patologie neurologiche complesse.

Il mondo dell’autoproduzione e della fabbricazione digitale e quello della disabilità si parlano, si capiscono e insieme realizzano l’Oggetto che non c’è. Sono oggetti e ausili personalizzati co-progettati da maker, terapisti, bambini con disabilità e le loro famiglie. Prodotti che supportano i bambini nelle loro attività quotidiane coniugando funzionalità e praticità all’estetica, elemento chiave per facilitare la socialità dei bambini.

Ma l’Oggetto che non c’è è più di un progetto, è un processo che non si ferma, una costellazione di idee che diventano concrete soluzioni a esigenze specifiche, è una comunità aperta che genera cambiamento in condivisione.

Il percorso progettuale si articola su più fronti: dal software per una facile acquisizione di scansioni 3D di tutori in gesso, finalizzate alla realizzazione di protesi da stampare in 3D, al redesign di ausili, sistemi cognitivi e giochi che aiutino i bambini nell’apprendimento di gesti e movimenti specifici, favorendo le attività della vita quotidiana, e così raggiungere una maggior autonomia attraverso ausili adatti, esteticamente belli e utili.

Tra gli oggetti, raccolti sotto il marchio UNICO – the other design, troviamo La bici di Lorenzo, bici a tre ruote con pedivelle ridotte, sellino ergonomico, supporto per la schiena e manubrio regolabile, il Fisiorabbit, un rullo riabilitativo che è anche un gioco, la Pimpy Car, l’ausilio ortopedico posturale a forma di macchinina che aiuta a stare dritti, a muoversi e a socializzare, il Glifo, un kit di strumenti personalizzati per facilitare disegno e scrittura. E non sono tutti.

Nell’ottobre 2016, in occasione della quinta giornata aperta della Fondazione, Opendot ha organizzato tre laboratori per i bambini e le loro famiglie: dalla stampa 3D con un dito ai PuPazzi DIY, passando per un divertente laboratorio in cui i bimbi dovevano creare i loro autoritratti a partire da elementi in feltro tagliati a laser.

E ancora 10x10x10 – The world of accessibility, un workshop organizzato con Domus Academy, Opendot, TOG e Ikea. 10x10x10, ovvero: 10 gruppi di studenti x 10 bambini con disabilità x 10 oggetti IKEA da ripensare. Durante il workshop gli studenti di design supportati dai docenti di Domus, i progettisti di Opendot e il team riabilitativo di TOG, hanno lavorato direttamente a contatto con i bambini affetti da malattie psicomotorie e le loro famiglie, rivisitando alcuni oggetti e mobili IKEA.

E questi sono solo alcuni degli esempi concreti nati dalla virtuosa collaborazione tra Opendot e TOG, ma altri ancora stanno nascendo sondando campi nuovi come l’accessibilità della moda e la musicoterapia.

 

Diletta Toniolo

 

 

http://www.opendotlab.it

http://www.togethertogo.org

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