Ed eccoci qua, in questo strano 26 settembre 2022, fatto di siccità e disastri, di guerra e referundum, di elezioni perse e di elezioni vinte. Un giorno in cui tutte le parole dell’instancabile Mentana e dei suoi giornalisti, tutte le parole di tutti i giornalisti d’Italia e del mondo, tutti i commenti di tutti su tutti i social non bastano a spiegare lo sgomento, la paura, l’incapacità di pensare, l’insondabilità di questo momento che assomiglia tanto ad una casa di 50 mq il giorno dopo in cui si è svolta una festa con 250 invitati. E’ così. C’è tutto da fare, tutto da riordinare, è tutto sporco. I piatti e i bicchieri pendono pericolasamente dalle mensole del salotto, fette di torta sono spiaccicate dentro il cassetto degli asciugamani, il bagno puzza di piscio, il gabinetto è sporco di merda, mozziconi di sigarette e canne sono dentro la trousse dei trucchi, il pavimento è a tratti appicicoso e a tratti scivoloso, le bottiglie vuote sono dappertutto. E tu? E tu hai mal di testa e voglia di scappare, scappare dal disastro che in parte hai voluto e che in parte hanno fatto gli altri. Gli altri, i tuoi amici o conoscenti, quelli che pensavi fossero educati e responsabili. Gli altri che adesso riposano beatamente nelle loro case, mentre la tua è tutta da rifare. La festa è stata bella e lunga, tanto lunga, quasi tutti ci siamo divertiti, quasi tutti abbiamo ballato, quasi tutti abbiamo brindato, qualcuno è rimasto nell’angolo, qualcuno ha fatto tappezzeria, qualcuno ha gridato che bisognava rispettare le regole, qualcuno ha un po’ sparecchiato e ha caricato la lavatrice, qualcuno ha raccontato barzellette e qualcuno ha dato appuntamnento alla prossima festa. Ma stamattina, che la festa è finita, c’è tutto da rifare, è cambiato il padrone di casa, è cambiata l’amministratrice di condominio, è cambiata la custode, è cambiato il tuo umore che era già pessimo nei mesi prima della festa (infatti, avevi fatto la festa per cercare di cambiare umore). Pensiamo di avere sbagliato ad organizzare la festa, però la festa è venuta bene, chi può dire di essere stato male! Giusto quelli che non sono stati invitati, anche loro avrebbero avuto il diritto di pasticciare un po’, di cantare a squarciagola sul balcone “I will survive”, di scopazzare sul letto matrimoniale con le righe accoppiate ai cuscini e la lampada “eclissi” che illuminava i sospiri ubriachi. Abbiamo sbagliato, li abbiamo lasciati fuori a guardare, la lista degli invitati era numerosa, ma avremmo dovuto stringerci. Comunque, la festa è passata, e qui è tutto da rimettere a posto!
Anna Chisari